IL GIORNO DELLA CIVETTA
Autore: Leonardo Sciascia
anno: 2002
Volete leggere un libro sulla mafia? Leggi “Il giorno della civetta”
«... ho impiegato addirittura un anno, da un'estate all'altra, per far più corto questo racconto. Ma il risultato cui questo mio lavoro di "cavare" voleva giungere era rivolto più che a dare misura, essenzialità e ritmo, al racconto, a parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente, colpiti. Perché in Italia, si sa, non si può scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se, invece che scherzare, si vuole fare sul serio» – Leonardo Sciascia
Leonardo Sciasciaè stato uno scrittore e uomo politico italiano.
Esordisce sotto il segno di una prosa poetica (Favole della dittatura, 1950; La Sicilia, il suo cuore, 1952) che lascia però presto il passo ad una vena che si rivelerà per lui più feconda.
A dire dello stesso Sciascia, la sua cifra più autentica affonda infatti le radici in «una materia saggistica che assume i modi del racconto».
Questa direzione è subito evidente fin da Le parrocchie di Regalpetra (1956) e Gli zii di Sicilia (1958), che mostrano come gli spunti di cronaca isolana si sappiano fare pretesto e cornice per indagare sul costume sociale e le sue degenerazioni.
Esempi ancor più compiuti in tal senso saranno Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno il suo (1966), che affrontano il tema della mafia, i suoi delitti e le eterne connivenze fornite da un abito mentale e culturale di condiscendenza.
Lungo tutto l'arco della sua attività di narratore, la sua natìa Racalmuto sarà trasfigurata (alla maniera che diverrà poi tipica del realismo magico sudamericano e della Macondo di Marquez) nell'immaginario paese di Regalpetra.
Autore: Leonardo Sciascia
anno: 2002
Volete leggere un libro sulla mafia? Leggi “Il giorno della civetta”
«... ho impiegato addirittura un anno, da un'estate all'altra, per far più corto questo racconto. Ma il risultato cui questo mio lavoro di "cavare" voleva giungere era rivolto più che a dare misura, essenzialità e ritmo, al racconto, a parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente, colpiti. Perché in Italia, si sa, non si può scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se, invece che scherzare, si vuole fare sul serio» – Leonardo Sciascia
Leonardo Sciasciaè stato uno scrittore e uomo politico italiano.
Esordisce sotto il segno di una prosa poetica (Favole della dittatura, 1950; La Sicilia, il suo cuore, 1952) che lascia però presto il passo ad una vena che si rivelerà per lui più feconda.
A dire dello stesso Sciascia, la sua cifra più autentica affonda infatti le radici in «una materia saggistica che assume i modi del racconto».
Questa direzione è subito evidente fin da Le parrocchie di Regalpetra (1956) e Gli zii di Sicilia (1958), che mostrano come gli spunti di cronaca isolana si sappiano fare pretesto e cornice per indagare sul costume sociale e le sue degenerazioni.
Esempi ancor più compiuti in tal senso saranno Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno il suo (1966), che affrontano il tema della mafia, i suoi delitti e le eterne connivenze fornite da un abito mentale e culturale di condiscendenza.
Lungo tutto l'arco della sua attività di narratore, la sua natìa Racalmuto sarà trasfigurata (alla maniera che diverrà poi tipica del realismo magico sudamericano e della Macondo di Marquez) nell'immaginario paese di Regalpetra.
Autore: Leonardo Sciascia
anno: 2002
Volete leggere un libro sulla mafia? Leggi “Il giorno della civetta”
«... ho impiegato addirittura un anno, da un'estate all'altra, per far più corto questo racconto. Ma il risultato cui questo mio lavoro di "cavare" voleva giungere era rivolto più che a dare misura, essenzialità e ritmo, al racconto, a parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente, colpiti. Perché in Italia, si sa, non si può scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se, invece che scherzare, si vuole fare sul serio» – Leonardo Sciascia
Leonardo Sciasciaè stato uno scrittore e uomo politico italiano.
Esordisce sotto il segno di una prosa poetica (Favole della dittatura, 1950; La Sicilia, il suo cuore, 1952) che lascia però presto il passo ad una vena che si rivelerà per lui più feconda.
A dire dello stesso Sciascia, la sua cifra più autentica affonda infatti le radici in «una materia saggistica che assume i modi del racconto».
Questa direzione è subito evidente fin da Le parrocchie di Regalpetra (1956) e Gli zii di Sicilia (1958), che mostrano come gli spunti di cronaca isolana si sappiano fare pretesto e cornice per indagare sul costume sociale e le sue degenerazioni.
Esempi ancor più compiuti in tal senso saranno Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno il suo (1966), che affrontano il tema della mafia, i suoi delitti e le eterne connivenze fornite da un abito mentale e culturale di condiscendenza.
Lungo tutto l'arco della sua attività di narratore, la sua natìa Racalmuto sarà trasfigurata (alla maniera che diverrà poi tipica del realismo magico sudamericano e della Macondo di Marquez) nell'immaginario paese di Regalpetra.